Matsuo Bashoo

Biografia

Matsuo Munefusa (il vero nome di Bashoo) nacque nella città di Ueno, situata nella provincia di Iga e governata dalla famiglia Toodoo, all’inizio del periodo Edo, nel 1644. A tredici anni perse il padre, Yozaemon, appartenente al ceto samuraico. Qualche tempo dopo entrò al servizio di un giovane della famiglia Toodoo, Kazue Yoshitada, forse come sguattero o cuoco. Tra i due vi era pochissima differenza di età e, soprattutto, li univa un medesimo amore per la letteratura: Yoshitada infatti, col nome di Sengin, apparteneva alla scuola poetica dell’haikai di Kyooto, e Matsuo, proprio in questi anni, iniziò a comporne.

Nel 1666, alla morte di Yoshitada, la sua vita cambiò radicalmente, e s’imperniò sempre più sulla poesia. Dopo aver abbandonato il lavoro e, si suppone, dopo aver trascorso un periodo dedito agli studi filosofici e letterari, Matsuo approdò fra il 1672 e il 1675 a Edo, ossia Tookioo, dove si impiegò nell’ufficio che sopraintendeva le opere idrauliche della città. Qui conobbe i migliori poeti del tempo, e divenne celebre come autore e maestro di haikai caratterizzati da uno stile inconsueto, ricco di raffinati giochi di parole e di citazioni, dagli effetti brillanti, probabilmente influenzato dalla scuola Danrin. Intorno al 1677 il poeta diede vita ad una sua scuola, svolgendo il ruolo di “tenja”, ossia di maestro e organizzatore di incontri di renku, ed abbandonò la sua residenza situata al centro di Edo per trasferirsi nel periferico quartiere di Fukagawa, dove volutamente condusse una vita più semplice e povera, immerso nella natura e negli studi religiosi, alla ricerca di una poeticità più profonda e più originale. Nel giardino di questa abitazione pare che sia stato piantato il famoso banano, donato da un allievo. da cui il poeta prese il nome (bashoo significa infatti “banano”).
Nel 1682 l’incendio che devastò Edo colpì anche la sua casa: da questo momento la vita di Bashoo fu segnata da innumerevoli peregrinazioni a piedi per tutto il territorio nipponico, sulle orme dei poeti più apprezzati, aspirando ad un’ascesi possibile solo grazie ad una completa fusione con la natura e ad un’esistenza semplice e frugale, ai limiti della povertà. Questo portò Bashoo ad invecchiare precocemente e, logorato nel fisico, a soli cinquant’anni una febbre lo uccise al termine di uno dei suoi innumerevoli viaggi. Fu sepolto, secondo la sua volontà, nei pressi di un tempio buddhista sul lago Biwa. Ai suoi funerali parteciparono più di ottanta suoi allievi, ma, secondo la leggenda, allora questi erano in Giappone più di duemila.